martedì 14 dicembre 2010

Acida come una donna incinta

Ieri sera un amico mi ha chiesto com'è che sono così incattivita.

Ho risposto che io, incinta, sono così.

Mi ha replicato che le donne incinta di solito sono così placide... così serene... così benevole...

Gli ho fatto notare che pensare al mondo in cui si ritroverà mio figlio non aiuta la serenità.

martedì 23 novembre 2010

Gli inconvenienti del mestiere

C'è che la prima volta il blog non lo avevo aperto proprio per questo motivo, perché poi sapevo che non ci avrei scritto sopra per mesi.

Non che scarseggiasse l'ispirazione, o gli argomenti, o anche solo la voglia, ma proprio perché succede che quando si è in ballo... mediamente si balla, invece che scrivere. Così mi ritrovavo a pensare i post mentre ero a gambe aperte sul lettino dell'ambulatorio ospedaliero lombardo dove mi seguivano la gravidanza o mentre mi strafogavo di gelato alla faccia delle indicazioni dietetiche del ginecologo-terrorista (che poi ci ha salvato le penne a me e mozza, quando il gioco si è fatto duro). Insomma, nei momenti meno opportuni per prendere appunti e poi scriverli veramente, i post.

E così alla fine forse era meglio non averlo neanche aperto il blog se poi sapevo che l'avrei irrimediabilmente trascurato.

E in effetti anche a questo giro sta andando in maniera simile. L'ispirazione abbonda, gli argomenti si arricchiscono ogni giorno che passa, ma se non avessi ricevuto oggi un commento accorato da una lettrice che qui è inciampata per caso forse non mi sarei neanche ricordata di averlo aperto il blogghettino!

Ma hey, la fortuna è dalla mia, perché proprio oggi pensavo a un argomento, quindi ho deciso di rubare altro tempo al lavoro che dovrei concludere entro stasera per scriverne qualcosa.

Parliamo di sensi di colpa. In assoluto uno dei temi cardine della maternità, insomma.

Diciamo che sei molto incinta e che ricevi un sms da un donna molto in gamba che conosci che incinta non lo è da molto. Chiede il tuo aiuto (non retribuito) per organizzare un'iniziativa molto meritevole tra due giorni che richiederà che tu stia in piedi per almeno tre ore al freddo e al gelo su una piazza della tua città a distribuire volantini. Tu che hai la pressione a 60/90 (quando è alta) e che hai appena preso coscienza del fatto che la media ponderale dei neonati nelle famiglie tua e del correo genitore è di 5 kg sprofondi nel classico dilemma.

La tua prima reazione è di stizza. Ma come, con tutto quello che hai da fare, la pancia di sette mesi che preme sulla vena cava e la pressione non pervenuta, dovresti anche regalare tre ore del tuo preziosissimo tempo nelle condizioni ambientali peggiori?! Ma perché queste richieste arrivano sempre dalle donne, che dovrebbero capire che certe domande non si fanno neanche?!

Non appena formuli il pensiero però il senso di colpa atavico emerge a soffocarlo. Ma come?! Tutte le donne lavorano tranquillamente fino a tutto il settimo mese e tu ti lamenti perché ti viene chiesto di rinunciare a tre pulciosissime ore del tuo tempo?!

Ecco. Assapora bene questa situazione. Una parte di te che vuole dimostrare di poter fare tutto e essere indistruttibile e un'altra parte che reclama il diritto a un po' di sano riposo menefreghista.

E questa è la quint'essenza della maternità. Get used to it.

sabato 28 agosto 2010

Ooops, I did it again

Sono di nuovo incinta.

In effetti ci sarebbe da meravigliarsi del contrario, visto che l'abbiamo voluto, cercato e che siamo fertili come un campo appena uscito dal maggese.

Siamo decisamente incoscienti, lo so. Il mondo è sovrappopolato. Io lavoro in proprio. Da sola. Mozza (la primogenita) è un filino accentratrice e impegnativa (in effetti questa era una delle ragioni per fare il secondo). Insomma, è stata una decisione consapevolmente incosciente. Il che ci fa sentire al tempo stesso molto maturi e infinitamente stupidi.

Comunque, ormai è fatta. Sono appena entrata nel quinto mese e non facciamo diagnosi prenatale (sì, lo so, ho 35 anni, facciamo così, ci scrivo un post più avanti, ok?) quindi a scanso di inconvenienti drammatici la gravidanza è una realtà.

E io ho deciso che questa volta non mi limito a sfogarmi istericamente con mia madre o con le poche amiche che capiscono ma lo faccio con l'intera blogosfera. Ho deciso di dire la verità. Tutta la verità e nient'altro che la verità.

Parlerò di diagnosi prenatale. Di parto indolore. Di travaglio naturale. Della setta del latte (come io chiamo la Lega Leche). Delle fanatiche dell'allattamento a richiesta. Del Grande Imbroglio della sorellanza tra mamme (non è vero, le mamme si odiano e se possibile si fanno le scarpe a vicenda). Dell'inesistente possibilità di scegliere e della potente libertà di essere noi stesse anche con i punti di sutura dell'episiotomia.

E sarò me stessa. Non vi dirò quello che si legge sui libri. Vi dirò quello di cui sono convinta. E che molte altre che ci sono passate vi confermeranno, se hanno un minimo di onestà intellettuale, ma che nessuno sembra mai disposto a rivelare alle neo-mamme.

Non sarà divertente. Ci sarà sangue. Lacrime. Cinismo. Due parole sull'istinto materno, che proprio perché è istinto, non ha niente a che fare coi sentimenti, le copertine fatte a mano e le ninne-nanna inventate sul momento. Ma è fatto solo ed esclusivamente di pancia.

Ecco, mettiamola così. Questo blog parlerà da pancia a pancia. Ascoltatelo con la pancia e andrà tutto bene.

E andiamo!